mercoledì 24 dicembre 2008

AUGURI!


Mille auguri di Felice Natale e Sereno Anno Nuovo!

lunedì 15 dicembre 2008

FORZA, OGM!


di Andrea Bertaglio, da http://www.decrescitafelice.it/
Tra le tante scelte infelici per il popolo italiano che questo governo sta portando avanti o cercando di attuare in modi più o meno leciti e coerenti, ce ne sono alcune che mettono più in apprensione di altre. La corruzione e le condanne dei nostri parlamentari, infatti, sono bazzecole in confronto a tunnel in montagne piene di amianto per linee ferroviarie che in realtà non servono, ponti giganteschi in zone sismiche o, peggio ancora, centrali nucleari, le quali produrrebbero tonnellate di scorie che rimangono radioattive per decine di migliaia di anni. In un paese, poi, in cui non si è nemmeno in grado di gestire i rifiuti “normali”, o non si vuole esserlo per portare l’opinione pubblica ad accettare una volta per tutte la truffa degli inceneritori. Al di là di queste inquietanti tematiche, ce n’è un’altra che i nostri rappresentanti (o presunti tali) non solo italiani, ma in questo caso anche europei, sono pronti ad imporci: gli alimenti geneticamente modificati. Prima che si dica che questo è un altro benevolo modo per (provare a) far crescere l’economia, o ancor peggio per sconfiggere la fame nel mondo (favola già raccontata negli anni sessanta con la “Rivoluzione verde”; e si è visto in che modo ha sconfitto la fame), è bene precisare che questo affare, che a quanto pare frutterà 700 milioni di euro solo nei primi due anni, non coinvolgerà affatto delle imprese nostrane. A spartirsi la torta saranno infatti i soliti quattro noti dell’OGM multinazionale: Monsanto, Bayer, Syngenta e la Pioneer del gruppo Dupont. In pratica uno fra i più potenti pacchetti di mischia del lobbismo mondiale (1).Stando anche a quanto ha affermato poche settimane fa Carlo Petrini in un suo articolo su Repubblica, - la Commissione europea, ignorando clamorosamente il voto del Parlamento, insieme a tutte le richieste del mondo del biologico, ha deciso che la soglia di contaminazione accidentale da Ogm tollerata, al di sotto della quale continua ad essere lecito etichettare come biologici gli alimenti contaminati, diventava quella dello 0,9 esattamente come avviene per i prodotti dell’agricoltura convenzionale. Si chiedeva, invece, che la soglia, per il biologico, fosse molto più bassa (0,1), in modo da poter continuare a garantire al consumatore la sostanziale non presenza di organismi transgenici -. Quindi - Dal 1° gennaio 2009 l’equazione biologico = non transgenico non sarà più vera. Tra le poche certezze che abbiamo - scrive giustamente il presidente di Slow Food - c’è il fatto che l’agricoltura biologica non ammette organismi geneticamente modificati. In un mondo fatto di etichette scritte in caratteri minuscoli, di difficoltà a tracciare la filiera dei prodotti che si acquistano, di origini ignorate, sempre di più sono i consumatori che dicono: compro biologico così so cosa mangio. Sembra una certezza acquisita, e invece ha una data di scadenza: il 31 dicembre prossimo.- (2)Oltre al fastidio di ricevere ancora una volta imposizioni da persone che nessuno conosce e nessuno ha votato, c’è da considerare il fatto che siamo il Paese che ha più da perdere in questa vicenda, visto che siamo i primi produttori di cibi biologici in Europa (i tedeschi ne sono invece i primi acquirenti), e visto che l’agricoltura biologica richiama nuova forza lavoro nelle campagne, svuotate da anni di agricoltura industriale e dalla conseguente chiusura di decine di migliaia di aziende agricole (3). E allora perché non posso essere libero io, cittadino italiano ed europeo che non vuole niente che sia entrato in contatto con o che sia stato “contaminato” da Ogm, di avere il mio piatto contenente solo cibi naturali? Dov’è la democrazia, se non so nemmeno chi prende decisioni su argomenti così delicati, senza ovviamente che mi abbia interpellato? E poi vorrei capire, perché qui il mio governo, sempre così attento a difendere l’italianitá e gli interessi delle nostre aziende, non fa minaccia di “veto”? Lasciando perdere per un momento gli eurocrati di Bruxelles, infatti, vorrei ricordare che, dopo la recente trovata dell’articolo 29 del piano anti-crisi e l’ennesima brutta figura per la minaccia di veto alle politiche comunitarie riguardanti le emissioni di gas serra, in cui (chiedo scusa se mi ripeto, ma più ci penso più mi sembra assurdo) il nostro governo ed i suoi amici sono andati blaterando che ciò sarebbe penalizzante per le nostre imprese, come se risparmiare energia determinasse una perdita di denaro, nessuno sta invece aprendo bocca sul fatto che con questa decisione si sta di fatto compromettendo l’attività di moltissimi piccoli produttori agricoli, come accennato, soprattutto italiani. Insomma, dove stranamente abbiamo un primato non diciamo niente se vogliono comprometterlo; dove invece avremmo modo di migliorare (leggi risparmio ed efficienza energetica, nuove opportunità di lavoro, migliori condizioni ambientali ecc), ci “ribelliamo” ponendo veti?!Se qualcuno è in grado di darmi una risposta plausibile a questi continui ed estenuanti non-sensi ed ipocrisie (tralasciando il fatto che ovviamente si vogliano agevolare i profitti delle potenti lobbies dell’energia in un caso e del biotech dall’altro), per piacere, si faccia avanti. Tralasciamo poi il lungo discorso sulle implicazioni che queste compagnie hanno sulle comunità locali e sui diritti umani. Lasciamo quindi da parte il fatto che Monsanto, per esempio, con il suo orribile “gene Terminator” (che rende sterili i semi delle piante, costringendo i contadini a ricomprare di volta in volta le sementi per il successivo raccolto) ha portato all’indebitamento ed in molti, troppi casi, al conseguente suicidio centinaia di contadini indiani (per approfondire basta leggere uno degli interessantissimi libri scritti da Vandana Shiva). Lasciamo perdere anche il fatto che sempre Monsanto é stata una delle principali finanziatrici delle campagne elettorali di George W. Bush e, quindi, delle sue dissennate politiche. Parliamo solo di cibo. Perché si dovrebbe accettare ancora una volta passivamente il fatto che per ragioni più o meno “di mercato” ci dovremo ritrovare in tavola (e in realtà già succede) “organismi” di cui non sono ancora chiari gli effetti sulla salute umana?La battaglia sembrerebbe già persa. Colossi biotech, governo, Commissione europea, tutti pro-OGM. Rimangono due possibilità: la rivolta armata (poco plausibile e poco consigliabile) o cercare da subito di darsi da fare sia per attuare un radicale boicottaggio di tutto ciò di cui non sappiamo con certezza la provenienza, sia per praticare il più possibile l’autoproduzione almeno di frutta e ortaggi. O per lo meno cercare al più presto di imparare a farlo, visto che ovviamente sono cose che non si apprendono dall’oggi al domani. Per ora si parla di mangimi (ed anche per questo sarebbe consigliabile una dieta meno “carnivora”), ma non tarderanno, visto l’andazzo, ad imporci anche prodotti “totalmente” Ogm. Anche se il rischio di contaminazione riguarda, appunto, anche ció che mangiamo adesso.Questi non sono né allarmismi né pregiudizi, ma semplice buonsenso, unito al desiderio di sapere di cosa ci si nutre, di mangiare sano e, soprattutto, di mangiare ciò che si vuole. Vale anche per chi sostiene i cibi geneticamente modificati, ci mancherebbe. Vale anche per il Professor Veronesi, che li ha ribattezzati “Organismi geneticamente migliorati” (4). Ma queste “migliorie” della biochimica hanno come già detto effetti tuttora sconosciuti sulla salute umana. Anzi, test su topi nutriti con Ogm hanno dato risultati preoccupanti, in particolare legati alla fertilità (5), mentre uno studio realizzato nel 2002 su un gruppo di persone ha dimostrato che la soia geneticamente modificata può trasferire il suo materiale genetico ai batteri del sistema digestivo, o addirittura aumentare i rischi di cancro (6). Quelli “biologici”, invece, sono da sempre il nostro nutrimento, sono ciò che ci ha permesso di sviluppare quelle doti che ora, da ingrati ed arroganti che siamo, vogliamo usare per sfidare ancora una volta la natura che ci ha creati, mascherando addirittura il tutto di una disgustosa ipocrisia (sconfiggere la fame del mondo, ridurre l’uso di acqua e pesticidi ed altre ignobili menzogne di questo tipo).Una battaglia forse già persa in partenza, dicevo, ma che in ogni caso varrà la pena combattere, anche perché contro i pezzi grossi di cui sopra, si schierano comunque agricoltori (Cia e Coldiretti), consumatori (Adiconsum e Federconsumatori), distribuzione (Legacoop, Confcooperative), molte associazioni e movimenti e soprattutto, nonostante le campagne mediatiche e di marketing, la stragrande maggioranza degli italiani e degli europei, i quali per loro fortuna sanno ancora che cosa vuol dire assaporare e nutrirsi di cibo nutriente, gustoso e sano.
Fonti:
(1): espresso.repubblica.it(2): http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=22471(3): aamTerraNuova(4): http://www.fondazioneveronesi.it/allegati/200801101043550.130307Ogm.pdf(5): http://ecoalfabeta.blogosfere.it/2008/11/il-mais-ogm-riduce-la-fertilita-nei-topi.html(6): http://web.vita.it/news/view/28068

mercoledì 26 novembre 2008

CONFESSIONI DI UN DELINQUENTE


Leggo spesso il blog di Beppe Grillo, e la maggior parte delle volte non trovo molto interessanti i commenti che vengono scritti ai suoi post.


Tuttavia oggi, ne ho trovato uno che MERITA veramente un applauso!


"EBBENE SI! E' ARRIVATO IL MOMENTO! Ho deciso di costituirmi. Si, signor ministro Tremonti, signor presidente del consiglio. La colpa è tutta mia. Mia e di tutti quelli come me. IO sono il colpevole del freno al PIL!!!Perchè ho un televisore che ha 20 anni. Se mi capita qualcosa di rotto sottomano la riparo, la metto a posto (me la cavo un po' con tutto, per mia fortuna) e la vendo o la regalo a chi ha bisogno. Perchè mi ostino a non cambiare il cellulare dopo più di tre anni, nonostante le insistenze degli operatori; perchè se mi si rompe qualcosa la riparo e poi la riparo ancora, fino ad essere certo che proprio non può essere riparata. E cerco di far da solo ogni lavoro. Mi compro una macchina incidentata e me la riparo, spendendo il minimo indispensabile; e anche le piccole riparazioni sia dell'auto che a casa le faccio io. A casa mia non è mai venuto un fabbro, o un elettricista o un tecnico della lavatrice o un falegname. Tempo fa ho comprato un rasoio elettrico e sfrutto la moda del capello corto (e anche la mia calvizie che avanza) da anni non vado da un barbiere.Non mi sono mai indebitatto per le ferie o per qualcosa di FUTILE. Esco poco mangiar fuori piuttosto invito gli amici a casa.Se posso baratto: Ora vivo al nord, ma giù nel mio paese il baratto si praticava ancora fino a qualche anno fa. Mia mamma cuciva o rammendava un pantalone e la vicina in cambio le dava la farina, verdura, legumi. Non tengo soldi in banca. Solo il minimo per pagare il mutuo e quando sarà estinto chiuderò il conto. Ho il giardino e ci coltivo la verdura e la frutta. E appena posso mi costruirò il caminetto e mi scalderò con legna. Lo so che sto commettendo un CRIMINE contro l'economia, ma finchè non mi avranno beccato continuerò a "delinquere". E non mi sento nemmeno in colpa se non faccio girare l'economia. Mi spiace, signor presidente del consiglio, ma non risponderò al suo appello di non smettere di consumare se no le sue aziende vanno a puttane. Anzi un po me lo auguro!
Dino C., Leinì

martedì 11 novembre 2008

IL CONSUMO DI CARNE E LA FAME NEL MONDO


Quando si pensa al problema della fame nel mondo, alla fine, scagli la prima pietra chi non ha mai pensato: " ma io non potrò mai fare niente, la colpa é dei loro governi,ecc...".

L'articolo che posto oggi mi ha colpito, perché dimostra che operare un cambiamento anche in situazioni che ci sembrano fuori dal nostro controllo, é non solo possibile, ma anche facile, basta volerlo. .......dimezzare il proprio consumo di carne .....provate a pensarci.....
Abbondanza o carestia: produzione di carne e fame nel mondo.

Nel Newseum di Washington è esposta una foto straziante, scattata da Kevin Carter nel 1993, di un bambino sudanese raggomitolato sul terreno, con il ventre gonfio dalla sindrome di Kwashiorkor e le gambe tanto esili da non poterlo sostenere: a rendere il quadro maggiormente inquietante l'immagine dell'avvoltoio appollaiato a pochi passi da lui. Questa fotografia, che è valsa all'autore il premio Pulitzer, è il simbolo del prezzo che i paesi sottosviluppati del mondo pagano per le carestie.
Tragicamente, il problema della fame nel mondo è solo peggiorato negli ultimi quindici anni - questo è affermato chiaramente nel report del "Centro per gli studi strategici ed internazionali" (CSIS) rilasciato il 29 luglio scorso. Il Centro raccomanda interventi urgenti di sostentamento a lungo termine, e chiede "un approccio strategico degli USA alla crisi mondiale del cibo."
Dire "crisi del cibo", tuttavia, fa credere che essa sia causata da alcuni fenomeni di causa-effetto a breve termine, e infatti la "tempesta perfetta" della crescita dei costi energetici, l'accaparramento di cereali, i sussidi governativi, le siccita' e la domanda di biocombustibili distolgono l'attenzione dagli interessi di una radicata industria e da una soluzione che né gli strateghi del CSIS né tanti attivisti in campo sociale vogliono contemplare: eliminare la produzione di carne.
"Aaah!" direte. "Non toglietemi le mie bistecche e i miei cheeseburger". Il "mangiar carne" e' talmente radicato nella cultura occidentale che il solo proporre di eliminarla, sia pure per salvare il mondo, richiede una discussione. Va bene, facciamola.
Le Nazioni Unite stimano che 854 milioni di persone - quasi il 13% dell'intera popolazione mondiale [e quasi 2 volte la popolazione dell'Unione Europea] - soffrano costantemente la fame. E il problema non fa altro che peggiorare. Josette Sheeran, direttore esecutivo del Programma alimentare dell'ONU ha dichiarato che "l'indice di povertà del mondo è in crescita".
Come in crescita è anche la nostra fame di carne. Come osserva Gene Buar in "Farm Sanctuary: Changing Hearts and Minds About Animals and Food", negli Stati Uniti, nel 1950 vi erano 50.000 fattorie che producevano 630 milioni di polli "da carne". Nel 2005 c'erano 20.000 aziende in meno, ma producevano 8,7 miliardi di polli da carne. Il che comporta il consumo di un'enorme quantità di mangime. In effetti gli allevamenti intensivi consumano ogni anno 157 milioni di tonnellate di leguminose, cereali e altre proteine vegetali, per ricavare 28 milioni di tonnellate di proteine animali per il consumo umano. Un utilizzo molto inefficiente delle risorse che impiega nutrienti a base vegetale che potrebbero servire per sfamare gli esseri umani invece che diventare mangime per animali.
Jeremy Rifkin, presidente della Fondazione sui Trend Economici di Washington, DC, afferma: "Ci sono popoli che soffrono la fame perché gran parte della terra arabile viene utilizzata per coltivare vegetali che diventano mangime per animali invece che cibo per gli uomini". Riporta poi l'esempio della carestia del 1984 in Etiopia che è stata causata dall'industria della carne: "mentre la gente moriva di fame, l'Etiopia produceva semi di lino, di cotone, di colza destinati agli allevamenti europei". Milioni di ettari di terreno nei paesi in via di sviluppo sono usati a questo scopo. Tragicamente, l'80% dei bambini affamati vivono in paesi che paradossalmente dispongono di eccedenze alimentari che vengono però usate per nutrire animali destinati al consumo nei paesi ricchi."
La crescita della domanda di carne è particolarmente drammatica nei paesi in via di sviluppo: "In Cina il consumo di carne è in rapida crescita per via dello sviluppo e dell'urbanizzazione, ed è piu' che duplicata rispetto alla generazione passata" dice Rosamond Naylor, professore associato di economia all'università di Stanford. Il risultato è che la terra che prima era destinata a produrre grano per le persone, ora viene utilizzata per produrre mangimi destinati a polli e maiali.
L'USDA (Dipartimento di Stato per l'Agricoltura degli Stati Uniti) e le Nazioni Unite dichiarano che utilizzare un ettaro di terra per allevare bovini produce circa 22 kg di proteine. Se invece lo si coltivasse a soia, lo stesso ettaro renderebbe 403 kg di proteine. La zootecnia inoltre spreca preziose risorse idriche. I biologi Paul e Anne Ehrlich fanno notare che per coltivare un kg di frumento servono 200 litri d'acqua, mentre 1 kg di carne richiede dai 20.000 ai 40.000 litri.
Ecco un altro modo di guardare al problema. Secondo il gruppo Vegfam, un terreno di 4 ettari può "dare da mangiare" a 60 persone se viene coltivano a soia, a 24 se coltivato a frumento, a 10 se a granturco e solo a 2 se utilizzato per l'allevamento del bestiame. Negli USA, riducendo anche solo del 10% la produzione di carne si avrebbe cibo vegetale per sfamare 60 milioni di persone: così stima il nutrizionista Jean Mayer. Sessanta milioni di persone sono la popolazione della Gran Bretagna, una nazione, che, detto per inciso, potrebbe sfamare 250 milioni di persone con un'alimentazione completamente vegetale.
Non deve sorprendere che l'industria della carne metta in discussione questo tipo di dati. Ad esempio sostengono che il frumento e la soia coltivati per gli animali non sono di qualità adatta al consumo umano (andatelo a dire al bambino che muore di fame). E' pero' difficile negare il fatto che la zootecnia usi terreni e acqua che potrebbero servire per produzioni vegetali ad uso umano.
Come osserva Rifkin, è ironico che milioni di persone nei paesi sviluppati stiano morendo a causa di malattie del benessere come ad esempio attacchi di cuore, diabete e cancro, causati dal consumo di alimenti di origine animale, mentre nel terzo mondo stiano morendo a causa di malattie dovute alla povertà causata dal vedersi negato l'accesso alla terra da coltivare per le loro famiglie.
"Siamo in grande ritardo nell'affrontare globalmente il tema di come promuovere una dieta vegetariana variata e con alto contenuto di proteine per il genere umano" afferma Rifkin, il cui libro "Ecocidio - Ascesa e caduta della cultura della carne" affronta proprio il paradosso morale del consumo di carne.
Tutte quelle bistecche e cheeseburger valgono davvero tutte le vite che si prendono - umane e non umane? Sarebbe ingenuo pensare che il mondo possa diventare vegetariano dalla sera alla mattina, o anche in pochi decenni. Ma guardando la potente fotografia di Carter non posso fare a meno di credere che sia vergognosamente sbagliato il modo in cui trattiamo chi con noi condivide il pianeta. Se vogliamo lasciare un mondo vivibile alle future generazioni dobbiamo fermare questo disastro causato dalla produzione di carne e abbracciare uno stile di vita più rispettoso.
Fonte: Mark Hawthorne, Feast or Famine: Meat Production and World Hunger, 9 agosto 2008

venerdì 31 ottobre 2008

MAMMA, ME LA FAI LA GIUSTIFICA?


Ho una figlia di 14 anni che ha iniziato il primo anno di Liceo Linguistico.
Perché questa scelta? A parte la predisposizione innata per le lingue straniere e la matematica, il ragionamento fatto, da lei, ci tengo a precisarlo, é stato: voglio studiare più cose possibili in maniera che, con la conoscenza delle lingue straniere, un domani, in caso di necessità, io possa studiare o lavorare all'estero....
E io che cerco di farle capire che se vogliamo e ci impegnamo tutti, a partire da noi per primi, possiamo trovare la maniera di migliorare le cose, cercare di preparare un futuro migliore per loro, ecc. ecc.....
E lei mi guarda con quegli occhi come per dire: ..."ma stai farneticando?"....
Poi arriva il decreto Gelmini.
Lei mi chiede informazioni, vuole capirci qualcosa, e così le stampo articoli, post dei blogger, a favore e contro, insomma cerco di darle più informazioni possibili, non mi sembra vero di poter mettere mano a tutte le mie preziose fonti per metterle al suo servizio.
Qualche giorno fa mi chiede: "mamma, se vado al corteo studentesco, mi fai la giustifica?..."
Mi sono venute le lacrime agli occhi!
Ieri mattina ho accompagnato lei e altre due sue amiche al corteo organizzato dagli studenti dei Licei di Crema, io discretamente mi sono tenuta in coda mentre me la "bevevo con gli occhi" che si teneva per mano con gli altri, urlando slogan a squarciagola...
Si é svolto tutto nella massima calma e civiltà.
Una signora ottantenne mi si é avvicinata chiedendomi cosa stessero facendo tutti quei ragazzi e quando gliel'ho spiegato, mi ha risposto: "Giusto, giusto, ...hanno ragione".
Nei miei cinque, lontani anni, di Liceo Scientifico, non ho mai partecipato a nulla del genere, non ho mai distribuito volantini, né protestato per qualcosa....erano gli anni dei paninari e si cercava di diventare quello che non si era. Non ne sono molto fiera, in effetti.
E' anche vero che in quegli anni, non c' era la Gelmini....oh Santo Cielo, devo ringraziare Mariastella per aver risvegliato il senso civico di mia figlia??!!


giovedì 23 ottobre 2008

La crisi e le soluzioni per un minimalismo economico

di Albino Bordieri.
L’economia è di tutti.Partiamo da questo semplice principio: l’economia non deve essere fatta per il benessere di pochi e non deve essere gestita e interpretata dai super esperti, nuovi sacerdoti di una religione fasulla.Tutti noi facciamo economia ogni giorno: comprando, vendendo, scambiando ciò che ci serve per vivere. Non lasciamoci impressionare da calcoli astrusi e termini tecnici. Se un sistema economico riduce la gente sul lastrico o crea la fame, questo sistema è sbagliato. E se è sbagliato dobbiamo toglierlo dalle mani di chi lo ha ridotto in questo stato pietoso. Il sistema economico è nostro e dobbiamo riprendercelo.Detto questo, e supponendo che siate d’accordo, come possiamo fare a riprenderci il sistema economico? Come possiamo tirarci fuori dalla melma dove ci hanno trascinato, facendoci promesse di ricchezze e crescita infinita?Lasciate perdere i super esperti economici, che parlavano del mercato globale e della globalizzazione promettendoci ricchezza, ora sono gli stessi che ammettono di essersi sbagliati, gli stessi che propongono a volte l’opposto di quello che dicevano prima.Deve esserci un modo, un modo semplice, che anche i non esperti possono capire. Non so se è quello giusto, ma io un metodo vorrei proporlo, una soluzione immediata basata su tre principi.
1) Pensare vicino
2) Produrre il necessario
3) Sostenere i piccoli
Mi spiego meglio:Pensare vicino. Procurarci quello che ci serve più vicino possibile. Non importare nè fare trasportare da lontano tutto quello che può essere prodotto localmente. Se anche il prezzo fosse leggermente superiore, sono comunque soldi che aumentano gli scambi locali, ricchezza che rimane vicino a noi invece che fermarsi in qualche banca lontana.Sono risorse che vanno al nostro vicino, che a sua volta avrà soldi per richiedere i nostri servizi. Tutto quello che si compra, si scambia o si dona localmente ci aiuta a sostenere la nostra comunità, i nostri amici, i nostri vicini e in definitiva noi stessi. Evitare l’inquinamento è solo uno degli aspetti, ci sono anche i vantaggi dell’occupazione locale, del conoscersi e confrontarsi localmente, dello scambio di idee e di risorse.
Produrre il necessario. I super esperti di economia, gli stessi che ci hanno ridotto in uno stato di incertezza che distrugge la nostra anima oltre che la salute, ci suggeriscono che il sistema migliore è produrre prodotti di qualità da esportare.Sbagliato. C’è bisogno di fare muovere il denaro, e per muovere il denaro bisogna produrre i beni di più ampio consumo a basso costo. I prodotti di qualità li possono comprare solo i ricchi, gli stessi che ora hanno in mano capitali medio grandi e non vogliono investirli per paura di perderli.Qual’è la causa principale di una crisi? Poche persone controllano capitali enormi, queste poche persone perdono la fiducia nei mercati e smettono di investire.Non si può far girare il mercato producendo prodotti per loro. Bisogna produrre per chi spende il 100% del suo capitale, non per chi lo tiene fermo.Quindi produrre beni essenziali, in base alle richieste della gente comune. Se la gente comune spende, o se fa baratti, o se da lavoro in cambio di merci, i grandi capitali diventano quello che sono: carta straccia. Carta che non ha un valore reale.Produrre il necessario significa cambiare i paradigmi dell’economia odierna, dove si produce prima di sapere ciò che serve, dove i costi della pubblicità sono più alti dei costi di produzione. Significa ristabilire la priorità della domanda sull’offerta. Si produce solo quello che la gente ha realmente bisogno. senza sprechi e senza grandi marchi.
Sostenere i piccoli. Riprendiamoci il nostro potere economico. Lo abbiamo dato ai grandi capitalisti, alla grande distribuzione, ai grandi marchi che in realtà non producono niente.Come abbiamo fatto? Abbiamo comprato i loro prodotti, ci fidiamo di marchi che non hanno dietro alcuna produzione propria, diamo soldi a chi ne ha già tanti.Sostenere i piccoli significa comprare direttamente dai produttori, sostenere le piccole imprese, aiutare chi produce piccole quantità.Per fare questo possiamo fare gruppi d’acquisto solidali o cooperative di consumo da una parte e cooperative di produzione e consorzi dall’altra parte.Abolire la schiavitù dai marchi, ristabilire il contatto umano con le persone che lavorano per noi, per fornirci quello che ci serve a vivere.Sostenere gli artigiani, i contadini, le piccole imprese di servizi che possono fornirci prodotti di qualità. Le grandi imprese non fanno altro che servirsi di queste stesse persone, pagandole pochissimo e rivendendo il loro lavoro a prezzi stratosferici.Aiutare ed organizzare i piccoli produttori è un’impresa difficile, ma fra un pò sarà l’unica cosa possibile per vivere dignitosamente e consentire agli altri di fare altrettanto.

giovedì 16 ottobre 2008

UTILE MISCELLANEA

Oggi segnalo alcuni post interessanti degli ultimi giorni su svariati argomenti che dovrebbero essere divulgati senza esitazione.
Tracollo banche e borsa: volete capirci qualcosa? Illuminante nella sua semplicità questo post di Marco Cedolin. Leggetelo, inorridite e prendete nota!
Governo: volete sapere cosa stanno combinando i "nostri" cari politici? Interessante l'ultimo intervento di Travaglio in "Passaparola".Leggetelo, inorridite e prendete nota!
Truffa formaggi avariati: ...sempre peggio, ecco un altro post di Marco Cedolin. Leggetelo, inorridite e prendete nota!
Alimenti animali: per chi, come me, convive con amorevole passione con un cane o un gatto (nel mio caso, entrambi), immagino sarà uno choc leggere questo post su cosa utilizzano e soprattutto come viene testato il cibo per animali dalle aziende produttrici. Leggetelo, inorridite e prendete nota!

Ok!...i post dell' orrore sono finiti! Adesso ce ne sono alcuni più positivi:

Energia: interessante questa riflessione sul futuro della distribuzione energetica che ho trovato sul sito del Movimento per la Decrescita Felice.
Energie alternative: ecco intanto cosa fanno in altre parti del mondo: dal blog di Marco Boschini.
Rifiuti: é finalmente uscito il libro curato dal Dott. Stefano Montanari " Lo stivale di Barabba", una raccolta di testimonianze che ci possono aiutare a " fare un po’ di chiarezza su di un argomento tanto controverso come quello dell’origine e del trattamento dei rifiuti. "
Universo detersivi: ho trovato una guida ecologica per un nuovo approccio nei confronti di questi prodotti sempre più costosi per l'ambiente e per le nostre tasche. E se riuscissimo a farne a meno?...
Per oggi é tutto. Spero di esser stata utile!


mercoledì 8 ottobre 2008

L'UOVO DI COLOMBO


dal blog http://www.decrescitafelice.it/ riporto questo intervento di Marco Boschini. Concordo con lui che inizitive di questo genere andrebbero fatte conoscere e diffuse in maniera capillare, perché con tutti i problemi che ci assillano ogni giorno, é pur vero, che ...qualcosa si può fare!

Che gli enti locali possano interpretare un ruolo molto importante nella politica dei cambiamenti climatici è cosa nota, almeno per i “frequentatori” dei comuni virtuosi. Infatti le responsabilità e le potenzialità delle autorità locali, soprattutto dei comuni, incidono sia sulle scelte amministrative che sui comportamenti dei cittadini.Secondo alcuni calcoli in Italia circa il 30% delle emissioni di gas, che alterano il clima, sono conseguenza di azioni e politiche locali.Le amministrazioni sono chiamate a decidere sullo sviluppo del territorio, riducendo i consumi energetici, promuovendo la produzione di energia da fonti rinnovabili, incentivando il trasporto pubblico, intervenendo nei processi industriali, organizzando la gestione dei rifiuti, influenzando positivamente lo stile di vita quotidiano dei cittadini.Comportamenti virtuosi e politiche innovative attuate dalle pubbliche amministrazioni, insieme alle imprese ed ai cittadini, possono ridurre enormemente le emissioni di CO2. Non solo.Le Amministrazioni pubbliche che riescono ad applicare politiche di riduzione delle emissioni, contribuiscono anche a far diminuire la spesa pubblica, in quanto sia l’attuazione del processo di raccolta differenziata che la realizzazione di impianti di produzione di energia alternativa portano a sicuri risparmi.C’è da rimanere quindi senza parole analizzando nel dettaglio il progetto “Sole, ambiente, risparmio”, promosso dai comuni di Olivadi, San Vito sullo Ionioe Cenadi, paesi confinanti in provincia di Catanzaro (i primi due soci dell’Associazione Comuni Virtuosi). Il nostro “Viaggio nell’Italia dei Comuni a 5 stelle” fa rotta verso Sud, in quella parte di meridione che non fa notizia, anzi che quasi quasi è meglio tacere. Il Sud delle buone notizie e degli esempi da seguire. Il Sud dei politici per bene, onesti e intelligenti e sereni.Il progetto “Sole-Ambiente-Risparmio”, proposto dai tre comuni, sensibili al risparmio energetico e all’utilizzo di fonti rinnovabili, è nato seguendo una buona prassi del comune di Colorno (PR), che a sua volta aveva preso spunto dal Comune di Castellarano (RE), e che oggi è ripreso in diversi territori italiani.Questo progetto potremmo definirlo “l’uovo di colombo”, perchè parte da un’idea semplicissima: fare gruppo per ottenere il massimo dei vantaggi nell’installazione dei pannelli solari e del fotovoltaico.Se si pensa che oggi in Calabria si installano, in un anno, pochi impianti fotovoltaici, con questo progetto, solo nei tre comuni saranno installati oltre 300 impianti, ciò significa che l’azienda installatrice ha potuto applicare sconti altrimenti impensabili.La realizzazione dell’impianto è a costo zero. I cittadini non devono togliere un euro dalla tasca, perchè grazie ad un accordo concluso dai comuni con la Banca di Credito Cooperativo Centro Calabria di San Vito sullo Ionio, un protocollo d’intesa con il quale la banca si è impegnata a finanziare totalmente il costo e l’installazione dei pannelli applicando un tasso fisso del 5,90%, ogni cittadino è libero di regalarsi energia pulita, autoprodotta, abbattendo drasticamente la propria spesa per la bolletta energetica.Il finanziamento sarà per un massimo di 14 anni con rate semestrali, pagate mediante gli accrediti della tariffa incentivante che il GSE effettuerà durante l’anno, su un apposito conto corrente bancario che il cittadino dovrà aprire presso la banca.Con le somme che il GSE erogherà al cittadino, in base alla quantità di energia prodotta e per venti anni, l’intero costo dell’impianto sarà ammortizzato in 12-14 anni, per cui negli anni, oltre ad avere l’energia gratis, il cittadino incasserà parte della tariffa incentivante e dal dodicesimo-quattordicesimo anno in poi l’intera tariffa che ammonta a circa 600,00 euro all’anno per ogni KWp di fotovoltaico installato.Per l’installazione dei pannelli fotovoltaici è stato stipulato un protocollo d’intesa con la Azienda G.F.C. - TER, che ha proposto la migliore offerta qualità/prezzo per la realizzazione dell’impianto chiavi in mano, offrendo tra l’altro la copertura assicurativa fino a 14 anni e la manutenzione gratuita dell’impianto stesso per i primi 5 anni.La validità del progetto “Sole-Ambiente-Risparmio” è duplice: fa risparmiare denaro abbattendo il costo dell’energia elettrica e riduce le emissioni di gas serra di 1.000Kg di CO2 per ogni KWp di fotovoltaico installato. I comuni non spendono nulla e incidono sull’ambiente molto più di tante belle parole e qualche brochure patinata…

martedì 30 settembre 2008

PERCHE' DI DIO NON VUOLE LA PACE?



Dal blog di "Per il bene comune"
La Bandiera della Pace e l'assessore disinformato
di Mao Valpiana
L'assessore comunale di Verona Di Dio non vuole vedere le bandiere della pace in Piazza Brà. Nemmeno se a issarle sono persone al di sopra di ogni sospetto come i padri missionari comboniani, che insieme al Centro Missionario Diocesano hanno preparato la "Carovana della pace", di passaggio a Verona. Per l'assessore quelle sono bandiere sovversive. Certamente è male informato. Forse conviene ricordagli la vera storia di quel vessillo.
La prima bandiera della pace con i colori dell'arcobaleno, in Italia, fu cucita a mano con pezze che c'erano in casa alla vigilia della prima marcia Perugia-Assisi il 24 settembre 1961. Aldo Capitini, filosofo, fondatore del Movimento Nonviolento e ideatore della prima grande marcia pacifista, voleva un simbolo per la pace, ma tutte le altre bandiere significavano già qualcosa. Quella contro la guerra secondo lui doveva avere tutti i colori dell'internazionale dei popoli, tutti i colori del mondo. Fu una bimba che allora aveva 12 anni, Francesca Siciliani, figlia del noto maestro musicale, a cucire quella prima bandiera, ancor oggi conservata a Todi, nella casa di Lanfranco Mencaroni, amico e compagno di Capitini. "Le bandiere hanno il colore dell'arcobaleno, ma il richiamo alla natura ha un significato: l'arcobaleno questa volta lo vogliamo prima della tempesta, non dopo", scrisse quel giorno Gianni Rodari, uno dei trentamila pacifisti in marcia, con un esplicito riferimento al versetto della Genesi in cui Dio suggella la sua alleanza con gli uomini dopo il diluvio universale. Anche Bruno Munari, artista e designer, suggerì a Capitini di usare l'iride per la marcia Perugia-Assisi. Disse che l'archetipo della pace era l'arcobaleno, simbolo insieme di pluralità e di unità.
Aldo Capitini aveva già visto sventolare quella bandiera dai pacifisti stranieri. La vide usata da Bertrand Russell in Inghilterra per la campagna sul disarmo nucleare all'inizio del 1960. L'arcobaleno indicava la pace dopo la tempesta della seconda guerra mondiale e la speranza di un mondo senza armi nucleari. Fu così che la bandiera della pace iniziò a diffondersi in Italia. Fino ad oggi, quando un assessore del Comune di Verona decide di vietarla, inconsapevolmente insultando Capitini, Rodari, Munari, Russell.
Non prova nemmeno un po’ di vergogna il povero assessore Di Dio?
Approfondimenti: http://www.nigrizia.it/
Immagine tratta da: www.duegoccedidolcezza.blog.kataweb.it/.../arcobaleno.jpg

venerdì 26 settembre 2008

PERCHE' NON DOVREMMO CREDERCI?!

Ho deciso che voglio essere ottimista ad oltranza, fino al limite dell' incoscienza.....ho scelto!
Dal sito del Movimento per la decrescita felice:
MANIFESTO PER I GIOVANI DELLA DECRESCITA FELICE
di Gianluca Urbanelli
I Giovani della Decrescita Felice sono quelli venuti dal futuro per reincarnarsi oggi e cambiare la mentalità delle giovani generazioni. Ecco un Manifesto in 10 punti per i giovani che hanno abbastanza coraggio e vogliono cimentarsi nell’impresa della Decrescita Felice:
RICORDARE COME SI VIVEVA NEL FUTURO: nel 2030 molti spostamenti a medio-lungo raggio erano diventati inutili grazie alla Rete, le auto erano state soppiantate da un collaudato ed efficace sistema di trasporti pubblici, si mangiava meno carne e l’inquinamento dell’aria era stato risolto e così anche quello dell’acqua e dei suoli.
IMMAGINARE POSITIVAMENTE IL CAMBIAMENTO: nel 2030 la giornata tipo prevedeva una risata al mattino appena svegli, 10 minuti di stretching e 10 minuti di saluto egiziano al sole; colazione a base di centrifugati di frutta biologica e yogurt auto-prodotti in casa.
CONFRONTARSI CON LA REALTÀ DEL PASSATO E PENSARE A QUANTO DI BUONO SI PUÒ FARE: a scuola (o all’università) con qualunque mezzo veloce (bicicletta, autobus a gas, tram, metropolitana), le attività di studio o lavoro erano integrate da pause opportune per rigenerare corpo e mente. Pranzo a base vegetale, con tutta la gamma dei nutrienti, dai carboidrati ai legumi alle fibre.
RICORDARE LE VELLEITÀ E I DESIDERI TRIVIALI: per rendersi conto di quanto si era superficiali bisognava vedere foto delle mutande firmate Calvin Klein, del fumo che annebbiava il cervello, di tutti quei gadget che venivano considerati della massima importanza: cellulare ultimo modello, IPod con 32 Gb di memoria, armadi pieni di roba da sfoggiare. Ancora si fa fatica a comprendere come potessero sopravvivere i giovani dell’era passata stando appresso a tutta quella roba, impregnati di consumismo e materialismo. Per fortuna noi non ci siamo passati.

RIPETERE OGNI GIORNO I CINQUE VALORI FONDAMENTALI: SOBRIETÀ, DECRESCITA, AUTO-PRODUZIONE, SENSO DELL’EQUILIBRIO, RISPETTO PER LA NATURA: nel 2030 dalle elementari i maestri insegnavano questi concetti fondamentali, oltre alle classiche nozioni dei libri di studio. Nel corso della giornata c’erano 3 ore dedicate a: auto-produzione, coltivazione in campo aperto, attività cooperative.

RIDERE DELLE CAMPAGNE DI SENSIBILIZZAZIONE BASATE SULLA PAURA: fino al 2030 i governi, per tentare di prevenire i danni provocati dalla miopia dei politici, ormai conclamati e a rischio di irreversibilità, usarono campagne di sensibilizzazione basate sulla dissuasione (non fare x, non fare y), sull’ammonimento e la paura (se farai x, ti verrà y), non capendo che la loro efficacia era limitata al breve periodo. Fortunatamente ONG coraggiose, che avevano una visione precisa di quello che serviva, impostarono e realizzarono campagne che colpirono il nostro cuore, efficaci perché si basavano sulla fiducia; non un ottimismo cieco alla realtà ma la fiducia nelle nostre capacità (di immaginare il futuro, di costruirlo partendo dal presente, con spirito pragmatico, con concretezza).

DIFFONDERE IL MANIFESTO E IL SUO SPIRITO INNOVATORE: fate conoscere la Decrescita Felice a quante più persone potete; la massa critica che innescò il cambiamento di stato nella mente delle persone venne proprio da quei giovani che dissero “ho una visione e la voglio realizzare”.

DECLAMARE GLI SLOGAN DELLA DECRESCITA: Gandhi “Siate il cambiamento che vorreste vedere nel mondo“; Ralph Waldo Emerson “Nessuno commise errore più grande nel pensare che quel che avrebbe potuto fare sarebbe stato troppo poco“.

PENSARE ALMENO 10 MINUTI AL GIORNO A COME POTER ARRICCHIRE LA PROPRIA VITA E QUELLA DEGLI ALTRI PRESERVANDO LA NATURA.

ESSERE AUTENTICI: un Grande Profeta un giorno venne da noi e ci disse “Voi, giovani, che siete il frutto delle generazioni passate e il seme di quelle future, che rappresentate per noi speranza e al contempo incertezza, cos’è per voi l’autenticità, in cosa consiste? Vi dico questo: l’autenticità non consiste nel cedere al movente negativo solo perché esso esiste. E’ naturale che vi siano in noi scopi, tendenze contrastanti: è dovuto alla molteplicità presente in ciascuno di noi. L’esistenza di una polarità, di una opposizione ci indica già che quegli aspetti di noi sono solo dei semi, delle potenzialità che possono manifestarsi o non possono; sta a noi deciderlo. La volontà è l’unico aspetto che non ha un suo contrario; infatti non volere altro non è che una volontà di non agire, di non scegliere. E’ da questo principio che dobbiamo partire per riconoscere che essa è il nucleo profondo dell’IO, la sua diretta espressione. Centrate l’identità sulla volontà e poi scegliete chi diventare, quale strada seguire“.

giovedì 18 settembre 2008

CASE E RISPARMIO ENERGETICO...UN PASSO INDIETRO.


Dal blog di Marco Boschini.

Tra i tanti annunci e proclami di questo nostro Governo del fare, si sono dimenticati di raccontare agli italiani cosa stanno combinando nel campo dell’efficienza energetica…
«E´ necessario colmare al più presto il vuoto normativo in materia di certificazione energetica degli edifici, altrimenti faremo ricorso in sede europea». Legambiente torna a chiedere al governo di recepire in maniera chiara e completa la direttiva Ue sull’etichettatura energetica in edilizia, dopo che è stato eliminato l’obbligo di allegare l’attestato di certificazione al rogito e al contratto d’affitto. L’obbligo di produrre il certificato resta, nel caso dei vecchi appartamenti, a partire dal 1 luglio 2009. Quello che manca è una normativa che ne disciplini modalità e sanzioni a livello nazionale.
«Questo vuoto normativo rischia di rallentare il processo di miglioramento dell´efficienza energetica degli edifici, che oggi incide per il 40% sui consumi nazionali, dichiara Andrea Poggio, vicedirettore nazionale di Legambiente. E´ importante che gli italiani capiscano che il certificato è ben lontano dall´essere una nuova tassa sulla casa, ma va incontro all´interesse di acquirenti e inquilini: abitare in una casa efficiente garantisce significativi risparmi di energia».
Secondo Legambiente il rischio oggi è che le Regioni non dispongano dei mezzi necessari per controllare che la certificazione venga fatta, a danno non solo dell´ambiente, ma anche e soprattutto di chi decide di comprare o affittare un appartamento.
«In molte città e Paesi la certificazione energetica ha invertito in pochi anni il trend dei consumi energetici degli edifici, prosegue Andrea Poggio. E´ eclatante il caso di Bolzano, dove l´etichetta energetica, simile a quella degli elettrodomestici, viene affissa sui portoni degli edifici: in quattro anni i consumi energetici delle nuove case si sono dimezzati».
Fonte:
www.greenreport.it

venerdì 5 settembre 2008

RICOMINCIAMO


Confesso che ho un po' bigiato....sono rientrata già da una decina di giorni, ma solo ora rendo ufficiale il ritorno alle usuali attività. In ogni caso in questo periodo di "limbo" ho cercato di mettermi a pari leggendo degli accadimenti recenti sui blog miei amici e devo dire che ne sono successe talmente tante che sono stata assalita da un certo senso di disorientamento.

Quindi per ora mi astengo ancora da commenti personali sulle dolorose attualità e segnalo l'ultimo post di Antonella Randazzo che, in fondo, mi dà una piccola speranza che ci siano ancora persone che pongono il rispetto della vita umana, soprattutto quella indifesa, davanti a tutto, pagandone, purtroppo di persona, le conseguenze: Antonella Randazzo - UN CUORE UMANO.

giovedì 31 luglio 2008

BUONE FERIE!


Finalmente sono arrivate! Tre settimane in mezzo al verde di una montagna poco conosciuta sperando che non piova sempre!

Ogni tanto staccare da tutto fa bene e ricarica le energie...perché mi sa che ne avremo parecchio bisogno, al rientro...

Auguro a tutti tranquille e serene vacanze!
A presto!

lunedì 28 luglio 2008

MERCOLEDI' 30 LUGLIO INAUGURANO LA CENTRALE A CARBONE DI CIVITAVECCHIA!!!

Anche se non potrò partecipare, pubblico questo appello evidenziato dal Meetup di Per il Bene Comune, poiché a suo tempo avevo già segnalato quanto si stava perpetrando ai danni dei cittadini di Civitavecchia e dintoni.

"Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi, inaugurerà mercoledì 30 luglio alle ore 10,30 a Civitavecchia la nuova Centrale ENEL di Torrevaldaliga Nord.
La naturale e doverosa reazione di tutti i cittadini dell'Alto Lazio sarà quella di recarsi, mercoledi mattina, a Civitavecchia.
Tutti insieme, tutti quanti, pacificamente. Andare tutti è importante e lo sa ognunodi noi.Mercoledì mattina, da tutte le stazioni della ferroviaRoma-Civitavecchia, dovranno partire treni carichi dipersone. Semplici cittadini che rifiutano qualsiasi ingiusta imposizione dall'alto.
Tutti i COMITATI NO COKE e molte altre formazioni di liberi cittadini stanno organizzandosi per partecipare insieme alla 'cerimonia'. Naturalmente non sarà possibile avvicinarci più di poco.
Vi prego di inoltrare questa e-mail a tutti i vostri contatti e di contribuire il più possibile alla realizzazione di questo vitale atto di pacifica protesta per il bene di noi stessi, del nostro territorio e delle libertà.La centrale ENEL di Torre Valdaliga Nord è un abuso di potere,ottenuto a suon di milioni versati nella casse dei comuni, e nemmeno di tutti i comuni interessati. Cerveteri e Ladispoli, ad esempio, da sempre schierati contro la riconversione (perchè l'inquinamento non conosce limiti geografici e i venti possono trasportare tonnellate e tonnellate di fumi e polveri), non sono mai stati interpellati.Nessuno è veramente stato interpellato. La Centrale è stata voluta da pochi signori del tutto indifferenti alle lunghe estenuanti proteste portate avanti da tutti i cittadini della Provincia di Roma e dell'Alto Lazio.
Questa battaglia non ha colore politico. Insieme a BERLUSCONI, mercoledì, SARANNO PRESENTI MARRAZZO e ZINGARETTI, tutti complici di questa ingiustizia nei nostri confronti.
I nostri concittadini hanno lottato per anni per evidenziare le possibili alternative e tutti i rischi provenienti dalla combustione del carbone a Civitavecchia... NON POSSIAMO ACCETTARE CHE LA NOSTRA VOLONTA' RESTI IGNORATA.QUESTA NON E' DEMOCRAZIA.
Andiamo mercoledi e facciamo rendere conto a questi 4 profittatori quanti siamo, che cosa vogliamo, perchè lo vogliamo.
ANDIAMOCI TUTTI mercoledì, 10:30, Torre Valdaliga Nord (Civitavecchia - RM)"

domenica 27 luglio 2008

LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA


Riporto il testo della lettera pubblicata sul blog di "Per il Bene Comune"

Egregio signor Presidente,
ci permettiamo di richiamare l'attenzione Sua e dei Suoi collaboratori su due articoli della Costituzione, che è anche nostra, nonostante noi si faccia parte dei 3.700.000 elettori a cui è stata espropriata una rappresentanza parlamentare che la Costituzione avrebbe dovuto garantire.
Gli articoli sono:- il 48, che recita "Il voto è personale ed eguale, libero e segreto";- il 56 che, al fine di garantire una loro rappresentanza in parlamento, ribadisce il principio del rapporto tra il numero degli abitanti e quello dei seggi.
La responsabilità di non aver rilevato l'incostituzionalità della vigente legge elettorale non ricade solo su di Lei, anzi, in gran parte, essa è correttamente attribuibile a chi l'ha preceduta nel ruolo di massimo garante dell'attuazione e rispetto della Costituzione Repubblicana, ai membri della Corte Costituzionale, alla massoneria deviata italiana, ed ai partiti che hanno venduto l'anima al sistema affaristico-finanziario che vuole completare la conquista dei beni pubblici, mobili ed immobili.
Resistendo agli interessati appelli al non voto, noi ed oltre tremilioni e settecentomila elettori italiani siamo andati a votare esprimendo voti validi, ma ora non siamo rappresentati nel parlamento della nostra Repubblica (Art. 1: la sovranità appartiene al popolo..); prendiamo atto che oggi, in Italia, la Costituzione viene ufficialmente disconosciuta e che, nonostante l'Art. 48, il voto:
- non è più personale ("una testa un voto"), ma ora bisogna ritrovarsi in almeno 1,5 milioni per poter esercitare il diritto di "concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale" (Art. 49 della Costituzione);
- non è più eguale perché, come a rubamazzetto, chi vota un "grosso partito", si prende i deputati tolti a chi non raggiunge il 4% (Art. 56: La Camera dei deputati è eletta a suffragio universale e diretto);
- non è più libero, non solo perché coartato dalla truffa mediatica sul voto "UTILE", gestita insieme da PDL, PDL-L e loro Associati, (di varia natura), ma perché la libera scelta è figlia della conoscenza (ma oggi potremmo aggiungere, libera conoscenza) e nessuno ha fatto nulla per garantire che gli elettori, prima di scegliere conoscessero i programmi e le proposte dei candidati e dei partiti. La legge denominata "Par condicio" è stata sbeffeggiata, mentre televisioni e radio, operando su pubblica autorizzazione (concessione) finalizzata all'informazione, sono per tale via facilmente riconducibili alla loro tradita mission; va altresì ricordato che in base a tale presunta funzione di libera informazione, quotidiani e settimanali su carta stampata (che ci hanno totalmente ignorato e che sono di proprietà dei grossi gruppi finanziari ed immobiliari del paese) ricevono sostanziose sovvenzioni di pubblico denaro;
- non è più segreto, perché il Parlamento (avendo tolto il voto con cui un elettore poteva opporsi ai locali capibastone dando segretamente la propria preferenza a candidati più stimati o fuori dal locale sistema di potere finanziario), lo hanno "eletto" 6 persone : Veltroni, Berlusconi, Fini, Bossi, Casini e Di Pietro e lo hanno fatto mettendo ai primi posti delle loro liste elettorali persone "di assoluta fiducia".
La nostra associazione ha abbracciato la scelta della non violenza e quindi, pur privati del diritto costituzionale (Art. 49: Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.), non faremo alcuna azione di eguale violenza, ma ci riserveremo di praticare forme di protesta civile.
Spiacenti di dover attrarre la Sua attenzione su questioni che danno tanta amarezza a quanti credono all'utilità, non solo morale ed etica, della democrazia, con immutata stima le inviamo i nostri cordiali saluti.

Per il coordinamento nazionale di PER IL BENE COMUNE - Monia Benini
P.S.Qualora lei dovesse essere sfiorato da dubbi sulla veridicità di quanto espostole, sarà sufficiente che un suo collaboratore verifichi il numero delle testate giornalistiche che avranno riportato notizia della presente Lettera Aperta, che viene inviata anche a loro, con preghiera di pubblicazione.

mercoledì 23 luglio 2008

PUBBLICITA' INGANNEVOLE



SCRICCHIOLII

di Francesco Maria Ermani

Da qualche giorno alla radio potete ascoltare un messaggio pubblicitario (il canto dell’ultimo cigno che vede appressarsi la fine) recitato da una voce calda e suadente che dice così:“Con Agip Blu diesel i vostri motori andranno meglio, e risparmierete 500 km ogni 20.000, come verificato al banco di prova”Contenuto e messaggio sono imbarazzanti se si pensa che la pubblicità mira ad un target di consumatori mediamente intelligente significa che non abbiamo scampo: siamo considerati una manica di imbecilli, io per primo. Ora vi spiego perchè giocando a fare una piccola esegesi del testo.
i diesel “ecologici” in genere costano più di quelli “standard”, la differenza di prezzo è pari ad almeno 0,50 centesimi di euro (non mi riferisco specificamente al prezzo Agip perchè sarebbe come sparare sulla Croce Rossa)
una riduzione del consumo di 500 km ogni 20.000 è pari al 2,5%
La riduzione è teorica per stessa ammissione dell’Agip, in quanto ottenuta con motori “al banco”, quindi senza tenere conto delle reali situazioni di utilizzo del motore (pioggia, sole, traffico etc etc).
Ed ora facciamo due conticini da scuola elementare.Per percorrere 20.000 Km con una macchina di media cilindrata e consumo medio di 15 km/litro (numeri miracolosi nella realtà ma sbandierati sulle riviste specializzate) servono 1333 litri di carburante. Se compriamo gasolio normale (al vecchio prezzo di 1,55 euro/litro) il costo di percorrenza di 20.000 km è di 2066,67 euro. Ipotizzando che il gasolio “ecologico” e “salvamotore” costi solo 50 centesimi di euro di più al litro (ma sappiamo perfettamente che il costo è maggiore) il costo è pari a 2133,33 euro… Già così c’è qualcosa che non torna: spenderemmo 66,67 euro in più ogni 20.000 km, che sono pari al 3,13%, quando proprio Agip parla di una riduzione (ovviamente ipotetica) del 2,5%, lo 0,63% in più andrebbe a rimpinguare le misere casse dei petrolieri.La situazione diventa paradossale se si pensa che mediamente il diesel ecologico costa almeno 0,80 centesimi di euro in più al litro (quindi l’aumento di costo sarebbe pari al 5,16%).Tradotto il messaggio potrebbe essere: caro consumatore imbecille, facendo leva sul tuo rapporto esclusivo e “sessuale” con la merce automobile e contando sulle campagne di ambientalismo di facciata che ti bombardano ti facciamo una proposta che non puoi rifiutare.Dacci più soldi per lavarti la coscienza e noi ti promettiamo che, a parità di km percorsi (quindi con lo stesso stile di vita di oggi) forse l’ambiente e il motore della tua auto ti ringrazieranno. Tu comunque ci perderai: il prezzo del tuo perdono è pari almeno (sottolineo almeno) a 15 euro ogni 20.000 km.Immaginiamo che in 100.000 inizino a comprare gasolio ecologico ognuno per 20.000 km chi commercia in petrolio avrebbe un guadagno di 150.000,00 euro senza colpo ferire.Credo che chi pensa di avere a che fare con persone incapaci di intendere e di volere avrà vita breve… Noi, nel mondo reale abbiamo capito che il problema non sono motori meno usurati… Stiamo lavorando per usare i motori meglio ma, soprattutto, il meno possibile, posso capire il timore che suscita la cosa in chi ha avuto guadagni e vita facile ma prima o poi la ruota gira.E stavolta la ruota girerà di meno e meglio, invito tutti i commercianti del petrolio a farsi due righe di conto e verificare entro il 2010 una riduzione per carburante per autotrazione del 50%.Avete pensato a quanto può durare un’auto se la usiamo esattamente la metà? E del benessere che la cosa implicherà per noi, i nostri bambini, le nostre città e il nostro ambiente?

mercoledì 9 luglio 2008

SPAZZATURA...A CHI????

E' la seconda volta che succede e adesso sono incazzata!!

La prima volta siamo stati definiti degli "zeri" dall' onorevole Gasparri, perché abbiamo osato presentarci alle elezioni, senza alcun condannato in lista, gente comune che voleva solo il bene comune. Nonostante il boicottaggio dei media e solo un mese di tempo, abbiamo ottenuto consensi, sì ridotti, ma che continuano a crescere. Lo stipendio da parlamentare di Gasparri viene pagato anche dalle tasse di chi non l' ha votato, giusto?

Oggi, il presidente del consiglio, definisce chiaramente SPAZZATURA chi ieri ha protestato in piazza contro le leggi incostituzionali che il governo sta approvando, al fine di paralizzare ed eliminare giustizia, democrazia e uguaglianza.
MA COME SI PERMETTONO???!!!!!
Come é possibile che nel 3° millennio, un capo di Stato e un (dis..)onorevole, la cui missione dovrebbe essere quella di essere al servizio di TUTTO il Paese, giudichino "Spazzatura" e "Zero" i loro stessi concittadini, anche se non facenti parte del loro elettorato, quelli dalle cui tasche prelevano i miliardi di Euro che permettono loro di condurre la sporca e impunita vita che conducono??!!! Dovrebbero baciare il suolo che calpestiamo, perché non esiste al mondo un popolo che accetti i soprusi che stiamo sopportando noi!
Spero solo che, chi ha di recente dato il voto a questi signori, capisca che se un domani dovessero essere in disaccordo con il loro leader, questa é la fine che li aspetta....diventare SPAZZATURA! L'unica consolazione che potrà loro restare, sarà forse di finire TERMOVALORIZZATI dentro ad un bell' inceneritore di ultima generazione che, si sa, in fondo inquina "ZERO"!

lunedì 30 giugno 2008

E ALLORA, LA TAV?....



Questa é la notizia così come riportata dalla stampa ufficiale.

Adesso sentiamo la campana di chi si oppone alla TAV da anni, cioé i cittadini della Val di Susa che vivranno sulla loro pelle le conseguenze di tutto ciò.

Procediamo poi con il commento di Marco Cedolin, scrittore e giornalista che ammiro tantissimo, una delle "bocche della verità", su cui si può sempre contare.

Per non parlare del Dott. Stefano Montanari, scopritore delle nanoparticelle che vengono emesse dai processi di incenerimento e dei loro deleteri effetti sulla salute, che lotta da anni contro il silenzio della Politica e della Malasanità.
Bene.....adesso potete trarne le dovute conclusioni!

P.S. CILIEGINA SULLA TORTA! Ecco allora che il governo manda l' esercito a presidiare l'inceneritore di Acerra; dovremo aspettarcelo anche in Val di Susa?

martedì 24 giugno 2008

BUONE NOTIZIE!


Ebbene, mi sono risollevata il morale oggi, leggendo queste due notizie che sono ben felice di riportare qui....anche perché non credo che Rai e Mediaset daranno loro il benché minimo spazio...! Speriamo bene!

In arrivo la bio-bottiglia
Dal sito www.iTch.it
Chi studia o lavora nel campo del marketing, sa che il cosiddetto packaging, ossia volgarmente la "confezione", l'"imballaggio", rappresenta una delle leve principali all'interno delle politiche di prodotto. Un packaging ben studiato, infatti, può rispondere a diverse esigenze del consumatore, attrarlo e invogliarlo all'acquisto.
Le aziende, così, fanno leva su vari aspetti del confezionamento dei propri prodotti: dall''estetica alla funzionalità all'originalità, ma il punto forse oggi più delicato è rappresentato dalla riciclabilità e dall'impatto ambientale degli stessi.
Il problema dei rifiuti è cosa ben nota e, altrettanto risaputo è il fatto che buona parte di ciò che gettiamo e che finisce generalmente in discarica è rappresentato proprio dagli imballaggi dei prodotti. Ridurne la quantità sarebbe un primo importante passo verso un mondo più pulito e le aziende di questo dovrebbero tenerne conto.
Un esperimento degno di nota è quello dell'ingeo, una fibra rivoluzionaria creata negli USA e derivata al 100% da sostanze naturali. Utilizzando l'ingeo, il cui nome sta per "ingredienti naturali della terra", sarà possibile sostituire le bottiglie di plastica comunemente usate per l'acqua minerale con contenitori completamente biodegradabili in 80 giorni. Si tratta, evidentemente, di qualcosa di "rivoluzionario" in tal senso: se si pensa che il comune PET (Polietilene Tereftalato) con cui vengono prodotte le bottiglie altro non è che un derivato del petrolio, se ne può già immaginare l'effetto che queste hanno anche in termini di consumo di risorse energetiche non rinnovabili ma anche di costi, legati indissolubilmente al prezzo dello stramaledetto "barile" (per produrne 1 kg occorrono 1,9 kg di petrolio grezzo).
La riciclabilità di tale materiale depone in parte a suo favore, ma parlare di "bottiglie biodegradabili" è un passo in avanti non trascurabile, oggigiorno, per chi intende tutelare l'ambiente e porre le basi per un futuro migliore. Tra l'altro, non va dimenticata la "presunta" pericolosità del PET che, secondo diversi studi, rilascerebbe sostanze cancerogene, soprattutto in caso di esposizione al sole.
In Italia, le prime bio-bottiglie saranno utilizzate dalla Fonti di Vinadio, che commercializza l'acqua Sant'Anna e, stando a quanto dice Alberto Bertone, CEO e presidente dell'azienda: “Un esempio concreto può spiegare con maggior chiarezza la rivoluzione di Ingeo: se consideriamo 50 milioni di biobottiglie del peso di 27 grammi ciascuna, rispetto alla stessa quantità di bottiglie prodotte in comune PET, risparmiamo 13.600 barili di petrolio, ovvero la stessa quantità di energia che serve a fornire elettricità a 40.000 persone per un intero mese! Inoltre, riduciamo le emissioni di anidride carbonica pari a quelle emesse da 3.000 auto che percorrono in un anno circa 10.000 chilometri ciascuna. A Vinadio siamo in grado di produrre 50 milioni di bottiglie in una settimana di lavoro. E oggi in Italia si devono smaltire ogni anno oltre 5 miliardi di bottiglie.”
Magari, continuare a investire su una seria ricerca in tal senso, anche a livello governativo, e favorire tali iniziative per farle diventare la "normalità", e non più l'"eccezione" sul mercato, piuttosto che riproporre puntualmente argomenti datati e di dubbio vantaggio economico, sarebbe finalmente qualcosa di positivo!
Consiglio questi due link che approfondiscono, ottimamente, quello che ho accennato a proposito del PET e della sua produzione:
http://www.eco-progetti.com/downloads/acqua/Perche_no.pdf
http://blogeko.libero.it/index.php/2008/quanto_petrolio_usiamo_per_produrre_la_p

"C'è qualcosa di nuovo oggi nel sole" dal blog: LA TAVERNA DI ATLANTE

TUTTO QUELLO CHE NON SAPETE E' VERO
Occupando lo stesso spazio di una centrale nucleare si può ottenere più energia. Dal vento. E senza torri eoliche.
“Abbiamo bisogno di correre verso due obiettivi, risparmio ed efficenza energetica. E dobbiamo guardare con una straordinaria apertura mentale a tutte le prospettive in campo”. Lo ha sottolineato il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, che ha partecipato ad un incontro organizzato dall’Università di Bari per presentare il progetto Kite-Gen, basato su aquiloni che raccolgono il vento a grande altezza per far girare un carosello connesso ad un generatore, producendo energia a basso costo e salvaguardando l’ambiente. Il sistema - è stato spiegato - prevede che il vento d’alta quota vada catturato tramite batterie di grandi profili alari, pilotati automaticamente ed ancorati tramite cavi ad una struttura ruotante ad asse verticale. Questi profili alari si autosostentano nel vento e trasmettono l’energia cinetica del vento ad un sistema meccanico che la trasformerà in energia elettrica. Un piccolo prototipo è stato già fatto funzionare. All’incontro sono intervenuti il sottosegretario per l’ambiente [ndr. della Regione Puglia] Laura Marchetti, il presidente per la Puglia dell’Anci, Michele Lamacchia, il rettore dell’Università di Bari, Corrado Petrocelli, docenti del Politecnico di Torino2.
“Il governo nazionale, pur nelle ristrettezze della Finanziaria - ha detto Marchetti - sta investendo molto sia sulla applicazione delle fonti energetiche alternative, sia sulla ricerca, con una serie di bandi, milioni di euro, che possono andare a progetti di questo tipo. Ora vedremo e poi ci pronunceremo: se questo impianto rispetta i criteri che sono insiti nelle linee guida nazionali (rispetto delle zone protette, delle zone sic, le aree di particolare interesse storico naturalistico, direttiva habitat, direttiva uccelli, zona parchi, zone archeologiche, zone di usi civici, etc.) sarà valutato”.
Il progetto è stato presentato dal suo ideatore, Massimo Ippolito, originario della Puglia, componente della società italiana “La Sequoia Automation” di Chieri (Torino).
“Contrariamente ai mulini a vento tradizionali che sfruttano l’energia rinnovabile, ma molto limitata, ad intermittenza ed ecologicamente dannosa rappresentata dal vento a bassa quota, il Kite (aquilone in inglese) Gen - ha detto Ippolito - utilizza il vento ad alta quota, lasciando imperturbato il vento a terra“.
Il progetto - ha annunciato Vendola - potrà essere presentato nell’ambito del bando relativo ai progetti di ricerca e sviluppo. “I bandi” - ha detto “avranno un tempo di selezione di progetti di pochi mesi e speriamo che la Puglia, non soltanto dal punto di vista dell’eolico tradizionale, in cui ha il primato italiano di produzione, ma anche dal punto di vista delle nuove frontiere dell’eolico, che sono dell’eolico in mare e dell’eolico in atmosfera, quello degli aquiloni, del Kite-Gen, può guadagnare sempre di più il profilo di un grande cantiere delle nuove frontiere dell’energia”.
L’ideatore del progetto, esperto in meccatronica e fisica aerodinamica, identifica nella Puglia un “territorio ideale dove poter creare, nel giro di tre-quattro anni, un generatore industriale”. Il nuovo generatore eolico con la stessa massa di un normale mulino da 1Mw (2.000 tonnellate) eroga - è stato detto - una potenza di 84Mw e con la stessa superficie di rispetto di una centrale nucleare da 1000 Mw (5km di raggio e 1.5 km di altezza) eroga la stessa potenza ma ad una minima fruizione del costo..
“Il nuovo generatore eolico” - ha spiegato Ippolito - comporta notevoli vantaggi di natura economica, 1500 euro per Gw/h, contro i 30mila euro dell’energia prodotta con combustibili fossili, o i 39mila euro del nucleare.
Fonte: Nuovo Quotidiano di Puglia del 30/06/2007
Giuro che il primo pseudo-ambientalista che contesta gli aquiloni me lo mangio a colazione.
Approfondimenti: www.kitegen.eu

martedì 17 giugno 2008

NUCLEARE?...PERCHE' FARCI DEL MALE?


Questo é un articolo di REPUBBLICA del maggio scorso che é molto interessante.

Nuovi impianti ed energia prodotta
L'eolico ha sorpassato il nucleare
Negli Stati Uniti, il 30 per cento della potenza installata viene dall'eolico

In attesa dei reattori di quarta generazione il contributo dell'atomo scenderà
di ANTONIO CIANCIULLO
ROMA - Il 2007 è stato l'anno del sorpasso: a livello globale, dal punto di vista dei nuovi impianti, l'eolico ha battuto il nucleare. L'anno scorso sono stati installati 20 mila megawatt di eolico contro 1,9 mila megawatt di energia prodotta dall'atomo. E' un trend consolidato da anni e destinato, secondo le previsioni, a diventare ancora più netto nei prossimo quinquennio. Ma non basta. Per la prima volta l'eolico ha vinto la gara anche dal punto di vista dell'energia effettivamente prodotta. I due dati non coincidono perché le pale eoliche funzionano durante l'anno per un numero di ore inferiore a quello di impianto nucleare e dunque, a parità di potenza, producono meno elettricità.
GUARDA LA TABELLA "La novità è che, anche tenendo conto di questo differenziale di uso, nel 2007 l'eolico ha prodotto più elettricità del nucleare", spiega Gianni Silvestrini, direttore del Kyoto Club. "E gli impianti eolici che verranno costruiti nel periodo 2008 - 2012, quello che chiude la prima fase degli accordi del protocollo di Kyoto, produrranno una quantità di elettricità pari a due volte e mezza quella del nuovo nucleare. Se poi nel conto mettiamo anche il solare fotovoltaico e termico possiamo dire che, tra il 2008 e il 2012, il contributo di queste fonti rinnovabili alla diminuzione delle emissioni serra sarà almeno 4 volte superiore al contributo netto prodotto dalle centrali nucleari costruite nello stesso periodo". La tendenza è consolidata anche dal risveglio del gigante americano. Il 30 per cento di tutta la potenza elettrica installata durante il 2007 negli Usa viene dal vento e il dipartimento federale dell'energia prevede che entro il 2030 l'eolico raggiunga negli States una quota pari al 20 per cento dell'elettricità creando un'industria che, con l'indotto, darà lavoro a mezzo milione di persone. E' un dato in linea con l'andamento di paesi europei come la Danimarca (21 per cento di elettricità dall'eolico), la Spagna (12 per cento), il Portogallo (9 per cento), la Germania (7 per cento). Nonostante le scelte dell'amministrazione Bush, che ha incentivato con fondi pubblici la costruzione di impianti nucleari, negli Stati Uniti l'energia dall'atomo resta invece ferma, sia pure a un considerevole livello, da trent'anni: l'ultimo ordine per una nuova centrale risale al 1978. Nell'aprile scorso sono stati annunciati impegni per 38 nuovi reattori nucleari, ma è molto probabile che il numero scenda drasticamente, come già è avvenuto in passato, nel momento in cui si passa alla fase dei conti operativi: le incertezze legate ai costi dello smaltimento delle scorie, ai tempi di realizzazione e allo smantellamento delle centrali a fine vita hanno rallentato la corsa dell'atomo. In attesa della quarta generazione di reattori nucleari, che però deve ancora superare scogli teorici non trascurabili e non sarà pronta prima del 2030, le stime ufficiali prevedono una diminuzione del peso del nucleare nel mondo. La Iea (International Energy Agency) calcola che nel 2030 la quota di elettricità proveniente dall'atomo si ridurrà dall'attuale 16 per cento (è il 6 per cento dal punto di vista dell'energia totale) al 9-12 per cento. (23 maggio 2008). http://www.repubblica.it/2007/09/sezioni/ambiente/nucleare1/eolico-america/eolico-america.html

Riporto anche un post che ho trovato sul blog "IL COMIZIETTO"
« Giornali (e) spazzatura
Intervista a J. Rifkin »

COME DIRE NO AL NUCLEARE

Ogni volta che sento parlare di “energia verde” o “energia pulita” mi viene l’orticaria. L’unica energia pulita che conosco è quella non prodotta.
C’è l’energia da fonti rinnovabili e quella da fonti non rinnovabili, c’è quella che inquina un po’ di più e quella che lo fa un poco di meno. Tutto si può fare, purché si sappia cosa si sta facendo e ci si assuma la responsabilità delle relative conseguenze. Ovviamente le fonti di energia rinnovabili sono fra quelle che inquinano un poco di meno e soprattutto non si pagano a nessuno. Forse vale la pena investirci un po’ di soldi e di intelligenza. La politica spesso non lo fa, forse lo possiamo fare noi. Come? Utilizzando il mercato.
Dal 1 luglio 2007, in Italia, il mercato dell’energia è libero. Possiamo
acquistare elettricità e gas da chi vogliamo a prezzi di mercato. Molti operatori pubblicizzano la vendita di energia da fonti rinnovabili, certificata RECS. Persino l’ENEL, che ha in programma di far rinascere il nucleare in Italia, si propone di vendere energia da fonti rinnovabili. Ebbene: non resta che scegliersi un fornitore che ci venda solo energia elettrica certificata RECS e acquistarla. Se saremo in tanti, forse potremmo creare le basi per rendere economicamente svantaggioso il nucleare.
Idee, osservazioni e commenti sul tema sono graditi.
ilcomiziante.
http://ilcomizietto.wordpress.com/2008/06/06/come-dire-no-al-nucleare/

E a questo proposito segnalo la nascita di una nuova società di energia elettrica ricavata solo da fonti rinnovabili: si chiama LA220 e fornisce energia certificata RECS al 100% .

COSA ASPETTIAMO?

mercoledì 11 giugno 2008

ECCONE UN ALTRO...



Attenzione! ecco un altro caso in cui chi opera nel business rifiuti/inceneritori si fa un baffo del buon senso e della salute dei cittadini.

Infatti vogliono riammodernare l'inceneritore di Abbiategrasso per far fronte ad una ipotetica emergenza, quando basterebbe incentivare la raccolta porta a porta, inesistente proprio in questo Comune, sfruttare un impianto di compostaggio per l'umido esistente ad Albairate e portare avanti la strategia "rifiuti zero", per evitare non solo situazioni limite, ma permettere addiritura l'abbondono dell' inceneritore come mezzo di eliminazione (ovviamente solo dalla vista) dei rifiuti. Senza contare che in questa maniera anche la salute dei cittadini é tutelata.

Si può collaborare con il gruppo SOSTENIAMOCI.IT firmando una petizione che chiede l' annullamento di questo progetto criminoso e l' attuazione di una sana politica di riciclo dei rifiuti che, ripeto, SONO UNA RISORSA ECONOMICA, che produce lavoro, ricchezza e ambiente pulito!!

Andate al link http://www.sosteniamoci.it/news/petizione%20inceneritore%20 per firmare la petizione e saperne di più.